venerdì 19 novembre 2010

Amputazioni alimentari.

Ho deciso di dare un nome nuovo a tutto questo.
Ma di nuovo non c'è proprio nulla.
Nulla è cambiato, le paure, purtroppo sono sempre le stesse..
Paura di venire amata solo per un qualcosa che mi è costato tanto dolore e che in "cambio" non sia in grado di ricevere amore.
Pura di non poter affrontare una morte così prematura che ha segnato la mia mente, fosse stato almeno il cuore..
Paura di sembrare superficiale per le mie ossesioni che sono profonde e radicate.
Ed infine la solita, sempre quella..
paura di ingurgitare, paura di riempire di concretezze questo enorme vuoto.
Vuoto-colmo, vuoto di farfalle nello stomaco, vuoto di sentimenti, ma sempre più vuota di emozioni.
Tutto mi scorre sopra, non mi tocca proprio, scivola veloce sulla maschera della brava amica, della brava confidente e della brava lavoratrice che a testa china ogni giorno combatte e perde sempre.
Della brava ascoltatrice di problemi altrui che sforna consigli per tutti, pronti all'uso, per poi essere gettati.
Non vuole essere una rinascita tutto questo, anzi spero solo possa essere un ritorno a quel passato che mi manca, e che mi segue ad ogni ora.
Quella lontana me che non mangiava mai, che perdeva sempre un chilo in più verso un infinito lontano.
Non voglio essere questa ragazza che non sa gestire un pacco di biscotti o un trancio di pizza..
Voglio ricominciare, da sola e contro tutti quei giudizi che mi hanno fatto solo male.
Del resto è l'unico modo che ho per mettere il piede fuori di casa con uno straccio di sorriso, è l'unico modo che ho per cercare di convincermi che ce la posso fare.
(ahah esilarante, so fin troppo bene che razza di fallita io sia.)

Ci ho provato ad essere normale, a fare finita che una cena in compagnia non mi turbasse, o un chilo in più non mi sfiorasse, ma mi sono fatta solo del male, e ora voglio solo fare le cose per me, soffrire delle mie stesse amputazioni alimentari e tornare ad essere felice.

Con amore, tantissimo amore.

Lenoire.

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