mercoledì 28 maggio 2014

La chiamavano disagio.

E' una settimana che i miei occhi grondano come un rubinetto rotto. Motivo? ....La solitudine mi sta uccidendo, odio stare sola con me stessa. Allo stesso tempo non desidero figure che condividano con me dolori e malumori..ma ho cosi tanto desiderio di essere amata che mi sta soffocando. Tutti intorno a me sono gemelli, hanno al loro fianco un daimond lucente che gli accompagna passo dopo passo. Io posso vantare i soliti demoni zoppi che si divertono a farmi gli sgambetti. Non riesco a controllare la fame, e questo peggiora ancora di piu la situazione, la mia capa preme perche io perda peso, e tutto quello che riesco a fare e mangiare e poi piangere da sola nella mia stanza. Intrattengo conversazioni (si le solite)on line, con piu o meno gioia, perche so che tutto resta li, sulla superficie pixellata del mio computer. Mi immergo nei libri e nei film, non disegno neanche piu, perche solo guardarmi dentro, in mezzo a tutto questo vuoto, porterebbe solo ad altri crisi di pianto. Vorrei qualcuno che mi voglia bene per cio che sono nel bene e nel male, ma con i rapporti sociali che non ho, come posso fare? Desidero davvero, tremendamente, pazzamente,profondamente innamorarmi, perche so, che solo così, smetterei di farmi tutto il male che ogni giorno mi infliggo. Qualcosa di forte che distrugga la mia corazza di paure, di timidezza, di ghiaccio e di neve, per vedere se anch'io come si dice, sono degna d'amore.. Lo sarò mai? Qualcuno potra mai amarmi? Accettare i miei difetti fisici, mentali, corpontamentali, ed essere abbastanza forte da andare avnti nella vita? Non posso pensare di stare altri anni così come sono, con tutto questo freddo dentro, con tutto questo vento attorno che allontana da me le persone che amo, e le possibilità di provare per la prima volta nella vita un pò di gioia. Forse ho gia avuto la mia fetta di felicità, ed ora mi aspetta solo merda. Forse non sono destinata a nulla, al di fuori della mia solitudine. Dovrei smetterla di affanarmi, e accetare la mia condizione di umana priva d'amore per l'eternità.

1 commento:

  1. Ciao. Passavo qui per caso, anche se certo, mi sono immersa nella lettura di questi blog di giovani donne che, come me, sentono questa inadeguatezza del proprio corpo: un corpo che parla, che è così adeso all'essere da far sentire solo la propria disperazione. Un corpo che urla ai quattro venti il proprio disagio; ma chi è in grado di cogliere in quell'urlo le parole piene di significante che racchiudono la loro propria personale ed unica verità? Pochi... Forse nessuno, purtroppo. Sai, ho 31 anni e ho due figlie una di quasi 5 anni ed una di 10 mesi... Come per la primogenita, ho avuto la depressione post parto con annesso un bel dca. Sono in cura. L'unico atto di amore verso me stessa è stato ormai quattro anni e mezzo fa, di entrare in psicanalisi. Il tuo modo di scrivere mi ha catturato, ti senti vuota ma è quel vuoto che ti rende creativa, che ti fa trovare le parole ed esprimerti. È quel vuoto che ti fa sentire viva. È un vuoto che non si può colmare perché è strutturato in ognuno di noi, tentare di colmarlo cercando, per esempio, un compagno "complementare" è un errore. Ma questo vuoto non è lo stesso vuoto che senti nel tuo stomaco. Quello è vuoto maligno, una sorta di piacere misto a dolore che come una droga ti trascina sempre più in basso, verso una dimensione acreativa, verso la ripetizione infinita e fantasmatica di situazioni che aumenteranno il tuo buco viscerale.
    Hai tutte le carte in regola per essere ciò che sei, una giovane donna piena di possibilità, sensibilità e con tanti progetti per il futuro. Se vorrai, mi risponderai ed io sarò qui ad "ascoltarti". Ripasserò da qui, ogni tanto. Sperando che tu ritorni da queste parti. A presto.
    Ire.

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Graffi.